Il mantra “no pain, no gain” (ovvero non c’è guadagno senza sofferenza) è forse tra le frasi motivazionali più popolari nel mondo del fitness. Questo porta all’errata concezione che se l’ indolenzimento muscolare non si presenta nel post workout, allora forse non hai lavorato bene.

Se sudi molto o se senti dolore dopo l’allenamento, non determinano la qualità di quest’ultimo. Non ci sono tesi scientifiche a supporto dell’equazione dolore muscolare + sudore = allenamento efficace. Quello che invece viene dimostrato a livello scientifico, e come il carico progressivo porta ad un miglioramento del livello di allenamento. Bisogna mettere alla prova il corpo e fornirgli gli stimoli giusti per notare delle variazioni nel volume, intensità e livello di attività. Ma bisogna farlo in maniera graduale, perchè i risultati non si raggiungono strafacendo in palestra, al contrario sollecitare in maniera ossessiva il corpo può avere delle conseguenze tali (tra cui possibilità di infortuni) da compromettere il raggiungimento dei tuoi obiettivi. Allenamento funzionale per allenare gli addominali: il kettlebell windmill e come eseguirlo
Uno dei segnali che dovrebbe convincerti che forse stai esagerando in palestra, è l’aumento numero di giorni passati al riposo per indolenzimento muscolare rispetto a quello dei giorni passati ad allenarsi. Ti conviene, in questi casi modificare il tuo programma di allenamento, utilizzando un approccio più sicuro ed efficace.
Altro consiglio è quello di giudicare la qualità del tuo allenamento sulla base dei benefici a lungo termine che potresti ottenere: aumento della forza complessiva, aumento dell’energia, aumento delle capacità funzionali. Se ti stai mettendo alla prova in maniera produttiva, goditi il percorso da fare nel raggiungere l’obiettivo.